sabato 19 novembre 2011

Una giornata normale

Tribunale di Roma - Lunedì mattina - ore 9:55

Esco di corsa dall’aula del Giudice Tizio e compongo nervosamente il numero dell’Ing. Trifolazzi [per rispettare la privacy degli interessati, i nomi sono stati sostituiti con alcuni di fantasia, ma non ho avuto tempo per inventarne di migliori, quindi accontentatevi], mio testimone, regolarmente citato, che doveva essere qui alle 9:30.
L’Ing. Trifolazzi è un milanese carico di soldi e dirige una società che ha fatto il botto progettando sofisticati “sistemi di fissaggio per sanitari sospesi”, ossia, per esempio, bidet che sono attaccati solo al muro ma non appoggiati per terra.

Avucàt, ‘scolti, io ho fatto i milioni coi cessi volanti!”, questo fu il suo biglietto da visita, quando si presentò in studio.
E aggiunse: “Da Roma in sù, 1 italiano su 10 che caga deve ringraziare me”.

Perchè da Roma in sù? E in giù?”.

Avucàt, ma lei mi delude. Che ne so io sotto Roma se i terùn si lavano il culo. Non so neanche se hanno il cesso in casa. Non usano dei cacatoi collettivi, dove cacano tutti assieme cantando «’O sole mio»?”.

Ah! Ah!” abbozzai una finta risata, “Che simpatico.... Comunque la devo avvertire che io, anche se lavoro a Roma, sono di Napoli”.

..... Ah......”.
Da quel giorno mi tratta con leggero distacco.
Ma torniamo ad oggi.
Io: “Pronto, Ingegner Trifolazzi?

Ing.: “Uè avucàt! Buongiorno!
(Buongiorno il cazzo, idiota, dove diavolo sei finito?)

Io: “Buongiorno a lei, ma..... scusi, dove sta? Io la sto aspettando in Tribunale. Oggi doveva venire a testimoniare nella causa della sua società.

Ing.: “Lo so, infatti sono all’ingresso del Tribunale e la sto aspettando da 25 minuti. L’udienza era alle 9:30, sono uno puntuale, io.

Io: “Ma anch’io sono arrivato alle 9:30, ho aspettato 10 minuti all’ingresso, non l’ho vista e sono salito. Vabbè, comunque adesso venga, il giudice l’ha chiamata. 3° piano, stanza 225.”

Ing.: “Ok, ‘scolti, mi conviene entrare da Via Freguglia o da Corso di Porta Vittoria?

Io: “.......

Ing.: “Avucàt, alùra?

Io: “Ingegnere..... ma lei...... davanti a che Tribunale si trova?

Ing.: “Uè ma mi ha preso per un pirlotto? Sono davanti al Tribunale di Milano!

Io: “Ma la causa è al Tribunale di Roma!

Ing.: “Eh, lo so.

Ing.: “E allora perchè è andato davanti al Tribunale di Milano? Come fa il giudice a sentirla come testimone se siamo tutti qui a Roma?

Ing.: “Avucàt, ma lei mi si perde in un bicchier d’acqua.
(E tu dovresti affogare nell’Oceano Indiano)

Ing.: “’Scolti, siamo nel ventunesimo secolo, l’era di internet, della new economy, del vvù-vvù-vvù. Io sono al Tribunale di Milano, mi collego in conference video-satellitare col giudice di Roma e rispondo alle sue domande. Ce l’avrete un sistema di ultima generazione di videoconferenza per le udienze, no? Noi qui in azienda facciamo riunioni con gli americani, compriamo dagli inglesi, vendiamo ai tedeschi, tutto in video-conference. Insomma, ormai è l’abc.

(Prendo qualche secondo per rispondere, e ripenso a quella cancelliera che una volta mi disse “Non posso farle nessun controllo al terminale, hanno trovato un virus nel computer, e a noi ancora non ci hanno vaccinato. Io poi devo stare attenta, da piccola non ho avuto neanche la scarlattina”).

Io: “Ingegnere, mi dispiace deluderla, ma non ci sono sistemi di videoconferenza. Se proprio non poteva venire, me lo diceva, facevamo una prova delegata. Ma ci siamo sentiti 3 giorni fa, e le ho detto di organizzarsi per la trasferta. Se lo ricorda?

Ing.: “Certo, e ricordo anche che le ho chiesto se poteva suggerirmi qualche escort che riceve in zona Tribunale, perchè dopo l’udienza mi volevo rilassare un po’. Ma lei non ne conosceva nemmeno una.

Io: “Vabbè ma questo che c’entra adesso?

Ing.: “C’entra, c’entra, perchè io le avevo chiesto un’ucraina, massimo 24 anni, quarta di reggiseno, ottima conoscenza di parolacce in italiano e massima disponibilità a farmi esplorare il suo lato B. Le avevo rivelato, in via del tutto confidenziale, le mie preferenze.

Io: “E io mi sento onorato di queste sue confidenze, ingegnere, glielo assicuro, ma non vedo cosa c’entrino con la testimonianza.

Ing.: “E invece c‘entrano. Perchè l’ucraina 24enne col culo «open 24/24h» l’ho trovata a 5 minuti dal Tribunale di Milano. E quindi ho deciso di venire qui.
(In effetti, il ragionamento non fa una piega)
Ing.: “Se voi a Roma non avete le ucraine in zona Tribunale, e non avete le apparecchiature per la videoconferenza, io che ci posso fare?

Io: “Ingegnere, non divaghiamo. Ora devo pensare a cosa dire al giudice.

Ing.: “Infatti, non divaghiamo. Sono già le 10:10, e io tra 20 minuti ho appuntamento con Natasha. Facciamo così, dia al giudice la mia email, e gli dica di inviarmi le domande per posta elettronica. Io gli rispondo in tempo reale col blackberry. Ma gli dica che la batteria si sta scaricando e che ha giusto altri 20 minuti di autonomia. Eh eh.
(Certo, così finisce che gli rispondi proprio mentre sei a cavalcioni di Natasha. Con una mano la sculacci e con l’altra usi il blackberry, Stai attento però a quando ripeti la formuletta iniziale del giuramento “sì mi impegno”. Natasha la potrebbe prendere per una proposta di matrimonio)

Io: “Guardi, non si è mai vista la testimonianza via email.

Ing.: “Eh ma quanto rompe ‘sto giudice! Non ha la videoconferenza, non ha l’email, ma che è, un pezzente? Insomma, gli dica che ha sempre a che fare con un ingegnere, eh! Io ho sgobbato studiando come si costruiscono i ponti e le gallerie!
(Sì ma oggi progetti cessi volanti)

Io: “Ma che dice.....

Ing.: “Dico dico! Io qui rischio di fare tardi con Natasha! ‘Scolti, la verità è che sono una delle tante vittime della malagiustizia! Ah, ora sì che capisco come si sentiva Enzo Tortora!

Io: “Ma che razza di paragone, non le sembra di esagerare un po’?

Ing.: “Niente affatto! Si vede che lei non ha visto il culo di Natasha.

Io: “Senta, lasci stare Natasha. Lei oggi ufficialmente è un testimone che è stato regolarmente citato ma che non si è presentato. La prossima volta rischia l'accompagnamento coattivo. La vengono a prendere i carabinieri a casa.
(Magari un po' di terrorismo psicologico può essere utile)

Ing.: “Vede? Che avevo detto io? Proprio come Tortora!


Ecco, questo è un normale lunedì, di una normale settimana di lavoro, di un normale avvocato napoletano emigrato a Roma.


2 commenti:

  1. Solitamente quello che mi affascina in un racconto è ciò che viene narrato con un mix tra interpretazione e racconto, un pizzico di sano cinismo verso il mondo, ed una spolverata di misantropia. Esattamente tutto ciò che ho trovato nei tuoi racconti stasera. sono a quota tre, ma ben presto spero di poter dedicare tutto il mio tempo a questa tua continua odissea nel campo giuridico. I miei migliori complimenti per l'accuratezza e la voglia di creare un mondo vivo e pulsante intorno ad ogni "nuovo episodio". Un saluto ed un apprezzamento sincero.

    Lelio

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