sabato 19 novembre 2011

Rompere il ghiaccio

Bar del Tribunale di Roma, ore 11:00, dopo le udienze.

Cesare: “Mi sento male, sono sicuro di aver preso un'infezione.
Io: “Cioè? Che hai?
C.: “Una malattia strana, brutta, a furia di fare questo lavoraccio, ha anche un nome strano,  ...
Io: “Ma si può sapere che roba è?
C.: “Mi è venuto... il «tuziorismo difensivo».
Io: “Oddio e come l'hai preso??
C.: “Il dottore dice che devo aver esagerato con qualcosa, sarà stato causato da... un eccesso di scrupolo.
Io: “E quali sono i sintomi?
C.: “Stamattina avevo mal di stomaco e ho... rimesso in termini.
Io: “Vabbè ma ci sarà qualche medicina per risolvere il problema, no?
C.: “Non lo sa neanche il dottore. Ha detto che deve chiedere al... giudice di prime cure.
Io: “Addirittura? Mamma mia, ma è grave questo tuziorismo difensivo?
C.: “Mah, il dottore dice di no, dice che per ora questo tuziorismo è soltanto... «mero».

Sbatto la tazzina sul tavolo e me ne vado: “No vabbè, non è possibile! Io sono un avvocato. Non mi posso abbassare a fare ‘ste stronzate!
C.: “Ma è perfetto! È la gag ideale per acchiappare! Tu pensa, ci mettiamo al bancone del bar, la prima avvocatessa fica che viene a prendere il caffè dopo le udienze, sfatta, sudata, devastata, frustrata, incazzata perchè ha litigato con 20 persone in 3 ore... Inizia a sentire il nostro discorso, si incuriosisce, aguzza le orecchie e.... scoppia a ridere!! Et voilà, abbiamo rotto il ghiaccio!!
Io: “Non ci penso nemmeno, io mi vergogno.
C.: “Eddai, appena scoppia a ridere, inizio a ridere anch’io, la guardo e le faccio «Ehilà collega, giornataccia? Io e il mio amico e collega ci rilassiamo così, un po’ di humour dopo le udienze.... Piacere, avvocato Cesare».”
Io: “Collega.... Avvocato.... Cazzo basta, tu non sei avvocato!

È la fine. Mi guarda come avessi bestemmiato durante la Messa di Natale a Piazza San Pietro, si offende e se ne va.
Dovete sapere che dire a Cesare “tu non sei ancora avvocato” è come sodomizzare Superman con un trapano di kriptonite, o come notificare una “cartella pazza” a Zio Paperone. Ma soprattutto, è la sua frase “taglia-testa-al-toro”, l’arma ultima con cui chiudere, a proprio favore, una qualsiasi discussione, anche non attinente al lavoro.
Di fronte a questa frase non c’è replica che tenga. “La bistecca la preferisco al sangue” “Ma no, è meglio ben cotta, al sangue fa vomitare” “Ma che dici, al sangue è mille volte meglio, e poi tu non capisci niente, non hai manco passato l’esame di avvocato”.
È un po’ l’equivalente, tra avvocati, della frase “taglia-testa-al-toro” tra marito e moglie. “Caro, di che colore la prendiamo la carta da parati?” “Mah, cara, a me piace verdino chiaro” “Ma che cazzo dici? Facciamo beige. Non rompere i coglioni.” “Ma scusa amore, ho espresso la mia opinione, io preferisco il verdino chiaro” “Ma smettila. Non capisci niente. E poi a che titolo parli? Tu ce l’hai piccolo, quindi stai zitto!”. Ecco, a questo punto non c’è niente da replicare. La partita è vinta a tavolino, per abbandono dell’avversario.
E visto che Cesare è scappato via praticamente in lacrime (salvo scrivermi un sms 5 minuti dopo: “Non si dicono certe cose a uno che è ancora in convalescenza per il tuziorismo difensivo”), io me ne torno in studio.
Tanto temo che questo non sarà l’ultima delle sue folli tecniche pseudo-forensi per rimorchiare avvocatesse sfatte e devastate.
Che cosa ci troverà poi nelle avvocatesse sfatte e devastate, mah.......



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