Ricordo ancora il giorno in cui dissi a Cesare:
“Io me ne vado a Roma. Milano non mi va, Napoli mi sta stretta. A Roma ci sono studi importanti che pagano i collaboratori. Qui che ci resto a fare?”.
“Io me ne vado a Roma. Milano non mi va, Napoli mi sta stretta. A Roma ci sono studi importanti che pagano i collaboratori. Qui che ci resto a fare?”.
Cesare: "Che idea grandiosa che abbiamo avuto! Vedrai che a Roma faremo grandi cose!"
Io: “Abbiamo avuto? Faremo? Perchè usi il plurale?”
C.: “Posso mica farti andare da solo? Tu sei così inesperto. Ti metterebbero nel sacco in un batter d'occhio. Chi è il tuo angelo custode? Chi è il tuo gorilla? Eh? Dillo a zio Cesare."
Io: "Veramente tu non sei nè mio zio (anche se con la tua pelata dimostri 20 anni più di me), nè un angelo, nè un gorilla. Al massimo un orangotango."
C.: “Io non sono pelato!”
Io: “No, certo, sei «diversamente pettinato».“
C.: “È solo che alcune aree della mia chioma non sono uniformemente folte. E comunque vengo anch'io a Roma.”
Io: “Veramente le «aree della tua chioma» sono così multiformi e multicolore che sembrano la cartina geografica delle previsioni meteo. Ma poi scusa, tu qui non hai i tuoi “giri”, le tue “conoscenze”, i pranzi con “quelli che contano”, gli aperitivi con “la pullulante fauna di potenziali clienti”, i dopocena con “la crema della Napoli bene, in cui gettare il tuo amo di navigata professionalità”, eccetera eccetera?”
C.: “Giulio, guardami in faccia. Ti devo dire una cosa seria.”
Io: “Se dici così e mi chiedi pure di guardarti in faccia, mi viene da ridere.”
C.: “Non fare lo stronzo, è una cosa importantissima. Ma prima una domanda altrettanto seria.”
Io: “... Mmmpfff!... Vai, spara.”
C.: “Tutte quelle espressioni del cazzo che hai elencato prima (la pullulante fauna, la navigata professionalità), le ho davvero usate io?"
Io: “Sì, erano tutti tuoi virgolettati.”
C.: “Ma ero pieno come un'otre quando le ho partorite?”
Io: “No no, eri «nature».”
C.: “Quando parli francese sembri un frocio.”
Io: “Tu anche quando parli in napoletano.”
C.: “Fanculo. Comunque che coglione che sono. Giulio, mi devi promettere una cosa. La prossima volta che uso termini come quelli, dammi apertamente dello stronzo.”
Io: “Con enorme piacere. Ma alla fine qual era la cosa importante che mi dovevi dire?”
Improvvisamente si fa scuro in volto, aggrotta la fronte, schiarisce la voce e mi dice: “So che questa cosa ti lascerà shockato, che non riuscirai mai a crederci, ma... non mi arriva un cazzo di incarico da 8 mesi!”
(Ovviamente non rimasi shockato)
C.: “La situazione è tragica. Nessun incidente stradale, nessuno che prende più una multa. Cazzo, ma proprio adesso dovevano imparare tutti quanti a guidare bene? Dovevano aspettare che io diventassi avvocato per iniziare a rispettare il codice della strada?”
Io: “Veramente tu sei ancora praticante abilitato....”
C.: “Che c’entra? Mi manca il pezzo di carta, ma sono libero professionista nel DNA! E comunque, certe volte vorrei gridare in faccia a certi automobilisti: «Ooohhh!! Ma che minchia fai?! Vuoi guidare un po’ più a cazzo di cane? Stiamo a Napoli, mica in Svizzera! E passa con quel rosso, che ti arriva una bella multa! E quella vecchia di merda sulle strisce, ci sta mettendo un secolo ad attraversare, vuoi metterla sotto e spaccarle un femore, così impara a darsi una mossa?», e invece niente. Cazzo, senza infrazioni o vecchiette devastate io come campo?”
Io: "Il tuo alto senso civico mi commuove e mi colpisce nel profondo."
C.: “Grazie, è carino da parte tua cercare di tirarmi su con queste parole. Lo apprezzo.”
Io: “No, veramente guarda che... vabbè non fa niente.”
C.: “Ma io con le belle parole mi ci sciacquo il culo.”
(Ecco)
C.:“Ho bisogno di ossa rotte, di traumi cranici. Mi basterebbero un paio di colpi di frusta e starei a posto per un anno.”
Io: “Non c’è che dire, sei uno che punta in alto. Comunque, se vuoi, andiamo a comprare una frusta, poi andiamo a trovare la tua ex, e ci pensa lei....”
C.: “Non fare lo spiritoso!”
Io: “Vabbè ma anche tu, però, eccheccazzo, ti sei un po’ fossilizzato, solo incidenti e multe. Non ti stavi lanciando anche su altri settori? Avevi un paio di cause di condominio se non sbaglio, com’è che avevi detto...? Che stavi «provando a focalizzarti su nuove branche del diritto, perchè in una fase di recessione economica il professionista previdente e con la vista lunga deve diversificare, aprirsi nuovi spazi, essere flessibile, aggredire nuovi target di mercato»”.
C.: “Eh eh.... Certo che ne dico di cazzate.”
Io: “Vabbè comunque com’è andata l’aggressione dei nuovi target?”
C.: “Una merda.”
Io: “Cioè?”
C.: “Cioè una merda nel vero senso della parola. Il mio «nuovo target» era un cliente col soggiorno inondato di merda per una rottura della colonna fecale.”
Io: “Beh, è comunque un cliente. E poi potevi chiedere bei soldi al condominio. Gli sarà costato ripulire e imbiancare tutto.”
C.: “Sì ma ha pagato tutto in nero, e non posso dimostrare quanto ha speso.”
Io: “E tu non gli potevi consigliare di farsi fare la ricevuta?”
C.: “Veramente io, qualche giorno prima, quando avevamo parlato del mio onorario, gli avevo detto che se mi pagava in nero era meglio e ho sottolineato «Si ricordi, lei paghi sempre tutto in nero, così risparmia un botto». Deve avermi presto alla lettera.”
Io: “Sei una vergogna. Vabbè, ma comunque c’è anche il danno non patrimoniale, esistenziale, il “danno alla vita di relazione”. Insomma, io per giorni interi non posso invitare nessuno a casa perchè il soggiorno puzza di merda. Mi dovranno pur risarcire per questo, no?”
C.: “... No...”
Io: “Non sei collaborativo..... Sentiamo, perchè non gli spetta il danno alla vita da relazione?”
C.: “Perchè il mio cliente è un fottuto asociale del cazzo. Non ha amici, non invita nessuno. Mai avuto una “vita di relazione”. L'imbianchino che gli ha ritinteggiato il soggiorno era la prima persona che entrava in casa sua da 6 mesi. Anzi, a dirla proprio tutta, mi ha anche confessato «Sa, avvocato, se devo essere sincero, prima di quest’incidente, il mio soggiorno era sempre chiuso, c’era sempre una puzza di stantio, di gatto morto. E non solo perchè mi ero accorto con qualche giorno di ritardo che 3 dei miei 15 gatti non erano spariti per correre dietro alle gattine in calore. Insomma, la nuova la puzza di merda ha dato al soggiorno un tocco di novità, una botta di vita. Adesso ho dovuto spalancare tutto, cambiare un po’ di mobili, mettere la carta da parati nuova. A dire la verità, è come se questa valanga di merda avesse fatto prendere alla mia casa una boccata d’aria fresca. E inoltre ho fatto nuove amicizie. L’imbianchino è davvero simpatico».”
Io: “Vabbè, il gattaro asociale e l’imbianchino vissero felici e contenti. Auguri e figli maschi. Questo comunque è meglio se non lo scrivi nella messa in mora al condominio.”
C.: “Quasi quasi non la faccio neanche la messa in mora. Quasi quasi prendo un gattino.”
Io: “E vabbè, dai, vieni anche tu a Roma.”
Mi hanno sempre fatto tenerezza i gatti. Non potevo permettere che lui ne prendesse uno.
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