Devo dire che ci sono diversi aspetti positivi nel fare l’avvocato a Roma.
Uno di questi è che, quando hai finito in Tribunale, puoi farti un giro e goderti il quartiere Prati, che è davvero notevole. Io me ne sono innamorato a prima vista, ed ogni volta ci ritrovo uno straordinario mix tra l’operosa frenesia di un quartiere “business” e la serafica e godereccia paciosità di un tipico rione romano.
Inoltre è pieno di bar e locali allegri ed accoglienti, alcuni anche famosi. A via Marcantonio Colonna c’è una gelateria citata in tutte le guide gastronomiche d’Italia; allontanandosi un po’, a via Fabio Massimo c’è un bar storico che pare fosse il preferito di Trilussa; spostandosi oltre piazza Mazzini c’è un bar famoso per i suoi cornetti, fatti con una pasta aromatizzata credo col rhum, che li rende inconfondibili.
Insomma, ci sono tutti gli ingredienti per trasformare la fase post-udienza in una piacevole e rilassante esperienza.
Già, una piacevole esperienza, .......
Ok, ho dimenticato un piccolo insignificante dettaglio: ovviamente puoi goderti Prati se hai lo status di uomo libero. Ma se sei un avvocato-dipendente, beh, allora la tua uscita dal Tribunale avrà un sapore molto diverso da quello del gelato di via Colonna.
Infatti, finita l’udienza, decido di fare il giro lungo: caffè storico di via Fabio Massimo, poi mercatino a metà di via Ferrari, aperitivo al bar fico pieno di avvocati a piazza Mazzini, e quindi ritorno in studio. Tanto chi può sapere a che ora finisci realmente? Se qualcuno borbotta basta dire “In Tribunale c’era il delirio, ho finito l’udienza all’una e mezza”, e nessuno si permette di fiatare.
Ma, poichè sono un professionista serio e coscienzioso, appena esco dal Tribunale (ore 11:04) accendo il cellulare, per vedere se ci sono messaggi in segreteria, sms, chiamate perse. E prometto a me stesso di rispondere SOLO a messaggi veramente urgenti. Una volta che hai risposto, l’incantesimo dell’udienza-delirio è finito, e sei costretto a tornare in studio. E io NON POSSO tornare in studio senza un blitz al caffè di Trilussa.
9:20 - Chiamata persa - Avvocato.
9:21 - Messaggio in segreteria - Avvocato: “Perchè hai il cell spento? Richiamami, è urgente.”
9:22 - Sms - Avvocato: “Ti ho lasciato un msg in segreteria. Non l’hai ascoltato? Richiamami. È urgentissimo.”
9:23 - Messaggio in segreteria - Avvocato: “Ti ho mandato un sms. Non l’hai letto? Richiamami. È urgentissimo.”
9:35 - Chiamata persa - Studio.
9:38 - Sms - Segretaria: “Giulio, ti ha cercato l’avv, gli ho detto che eri in udienza, ma è urgente, appena leggi chiamalo.”
9:40 - Sms - Segretaria: “Aspetta, appena leggi chiama me, che te lo passo se è libero.”
(Ma non era una cosa urgentissima?)
9:41 - Sms - Segretaria: “No no chiama direttamente lui, è meglio. Ha smesso di lavorare e sta navigando sui soliti siti di orologi, penso che comprerà un altro Rolex.”
9:42 - Sms - Segretaria: “Non so quale messaggio ti è arrivato prima e quale dopo. Cmq le ultime istruzioni sono che devi chiamare direttamente l’avv quando finisci.”
9:45 - Sms - Segretaria: “L’avv. dice che ci stai mettendo troppo in udienza. All’inizio non credeva neanche alla storia dell’udienza, poi ha visto l’agenda e si è placato. Ma cmq ha detto che ci metti troppo. Aspettati un suo msg. Ha usato delle parole in inglese che non ho capito. Mi ha fatto una testa così. Alla fine ho capito solo che l’incazzatura è «grossa» e che ce l’ha con un suo amico, un tale Bill.”
9:55 - Sms - Avvocato: “Dobbiamo rivedere il planning delle udienze. Se durano così tanto va cambiato il timesheet. Mica posso avere problemi col billing? E di questo passo salta tutto l’equilibrio del gross profit e le revenues vanno a farsi fottere.”
9:58 - Sms - Segretaria: “L’avv. sbraiiiiitaaaaaaaa!!!! Ora te lo faccio sentire. Dice quelle parolacce americane che si sentono nei pezzi rap. Ah, alla fine ha preso un Patek Philippe. Questo mese niente bonus.”
9:59 - Messaggio in segreteria - Studio: “.... E che sto qui a pettinare le bambole io?!?! Chi ci pensa alle fucking revenues?! Fuck you, shit!!”
10:05 - Sms - Avvocato: “La prossima volta che c’è un’udienza decido io se ci si va o no.”
(Ottimo, perdersi le udienze è la migliore strategia di customer satisfaction).
10:10 - Sms - Avvocato: “E poi il cliente non è contento se sa che perdiamo tutto questo tempo in Tribunale. E io ci tengo alla customer satisfaction.”
(Oh cacchio, d’ora in poi penserò a bassa voce......)
Seguono quindi un’altra dozzina di sms dello stesso tenore.
Insomma, è evidente che a quel punto il mio ultimo pensiero era il caffè di Trilussa.
Anche se fosse stato il poeta in persona ad offrirmelo, e mi avesse buttato giù due versi in romanesco per riassumere gli sms, avrei declinato l’invito, e chiamato di corsa l’avvocato.
Del resto, ormai il gelato di via Marcantonio Colonna mi era andato di traverso senza neanche averlo mangiato, tanto valeva affrontare il nemico.
“Avvocato” [tono da paraculo] “Mi ha cercato? Ho finito solo ora in udienza. Sto tornando in studio, cosa è successo?”
Avv.: “Finalmente! Ma com’è che le tue udienze sono sempre quelle che durano di più? Non è che dopo te ne vai in giro a rimorchiare avvocatesse?”
Io: “Ma no, appena finisco torno in studio, lo sa.... Ma cosa è successo?”
Avv.: “Ti ricordi il contrattone di joint-venture che abbiamo fatto per la XYZ?”
Io: “Sì, è stato firmato, è tutto chiuso. C’è stato qualche problema?”
Avv.: “Mi serve urgentemente la versione finale, sull’archivio informatico ce ne sono due, e non si capisce quale è quella più recente.”
Io: “Ah, ma lei ha provato ad aprirli un attimo?”
Avv.: “Sono stato impegnato tutta la mattinata, non ho avuto tempo.”
(Impegnato?! Tranquillo, ho già fatto la soffiata a uno scippatore. In cambio mi ha promesso che, quando ti fregherà il Patek Philippe, ti mozzerà una mano, anche se non dovessi opporre resistenza.)
Io: “Provi un attimo ad aprirne uno e a vedere l’indicazione in alto a destra.”
(...)
Io: “Qual è l’intestazione?”
Avv.: “Versione 20.6.2011.”
Io: “Ok e l’altro?”
Avv.: “Versione 28.7.2011. Quindi è questa la più recente.”
(Uuuhhh ma che bravo! Come ti senti ad aver imparato la tabellina dell’1? Vuoi che papà ti compri il gelatino? Beh peggio per te, perchè non sto più a via Marcantonio Colonna!)
Io: “Ok, quindi è questa la versione più recente..... Ma... come mai era urgente?”
Avv.: (attimo di tentennamento) “Stamattina mi ricordo che ne avevo bisogno e che andavo di fretta. Un motivo ci sarà stato. Ora me lo sono dimentica, ma non stiamo a sottilizzare. Tutto è bene quel che finisce bene.”
(EH?! E io ho rinunciato a caffè, gelato, mercatino, aperitivo ecc. per niente?!)
Avv.: “Dai su sbrigati, che c’è una novità! Se fai presto ti faccio vedere il nuovo orologio che ho comprato online! Ma fai in fretta, perchè sto andando a fare l’aperitivo a piazza Mazzini!”
Uno di questi è che, quando hai finito in Tribunale, puoi farti un giro e goderti il quartiere Prati, che è davvero notevole. Io me ne sono innamorato a prima vista, ed ogni volta ci ritrovo uno straordinario mix tra l’operosa frenesia di un quartiere “business” e la serafica e godereccia paciosità di un tipico rione romano.
Inoltre è pieno di bar e locali allegri ed accoglienti, alcuni anche famosi. A via Marcantonio Colonna c’è una gelateria citata in tutte le guide gastronomiche d’Italia; allontanandosi un po’, a via Fabio Massimo c’è un bar storico che pare fosse il preferito di Trilussa; spostandosi oltre piazza Mazzini c’è un bar famoso per i suoi cornetti, fatti con una pasta aromatizzata credo col rhum, che li rende inconfondibili.
Insomma, ci sono tutti gli ingredienti per trasformare la fase post-udienza in una piacevole e rilassante esperienza.
Già, una piacevole esperienza, .......
Ok, ho dimenticato un piccolo insignificante dettaglio: ovviamente puoi goderti Prati se hai lo status di uomo libero. Ma se sei un avvocato-dipendente, beh, allora la tua uscita dal Tribunale avrà un sapore molto diverso da quello del gelato di via Colonna.
Infatti, finita l’udienza, decido di fare il giro lungo: caffè storico di via Fabio Massimo, poi mercatino a metà di via Ferrari, aperitivo al bar fico pieno di avvocati a piazza Mazzini, e quindi ritorno in studio. Tanto chi può sapere a che ora finisci realmente? Se qualcuno borbotta basta dire “In Tribunale c’era il delirio, ho finito l’udienza all’una e mezza”, e nessuno si permette di fiatare.
Ma, poichè sono un professionista serio e coscienzioso, appena esco dal Tribunale (ore 11:04) accendo il cellulare, per vedere se ci sono messaggi in segreteria, sms, chiamate perse. E prometto a me stesso di rispondere SOLO a messaggi veramente urgenti. Una volta che hai risposto, l’incantesimo dell’udienza-delirio è finito, e sei costretto a tornare in studio. E io NON POSSO tornare in studio senza un blitz al caffè di Trilussa.
9:20 - Chiamata persa - Avvocato.
9:21 - Messaggio in segreteria - Avvocato: “Perchè hai il cell spento? Richiamami, è urgente.”
9:22 - Sms - Avvocato: “Ti ho lasciato un msg in segreteria. Non l’hai ascoltato? Richiamami. È urgentissimo.”
9:23 - Messaggio in segreteria - Avvocato: “Ti ho mandato un sms. Non l’hai letto? Richiamami. È urgentissimo.”
9:35 - Chiamata persa - Studio.
9:38 - Sms - Segretaria: “Giulio, ti ha cercato l’avv, gli ho detto che eri in udienza, ma è urgente, appena leggi chiamalo.”
9:40 - Sms - Segretaria: “Aspetta, appena leggi chiama me, che te lo passo se è libero.”
(Ma non era una cosa urgentissima?)
9:41 - Sms - Segretaria: “No no chiama direttamente lui, è meglio. Ha smesso di lavorare e sta navigando sui soliti siti di orologi, penso che comprerà un altro Rolex.”
9:42 - Sms - Segretaria: “Non so quale messaggio ti è arrivato prima e quale dopo. Cmq le ultime istruzioni sono che devi chiamare direttamente l’avv quando finisci.”
9:45 - Sms - Segretaria: “L’avv. dice che ci stai mettendo troppo in udienza. All’inizio non credeva neanche alla storia dell’udienza, poi ha visto l’agenda e si è placato. Ma cmq ha detto che ci metti troppo. Aspettati un suo msg. Ha usato delle parole in inglese che non ho capito. Mi ha fatto una testa così. Alla fine ho capito solo che l’incazzatura è «grossa» e che ce l’ha con un suo amico, un tale Bill.”
9:55 - Sms - Avvocato: “Dobbiamo rivedere il planning delle udienze. Se durano così tanto va cambiato il timesheet. Mica posso avere problemi col billing? E di questo passo salta tutto l’equilibrio del gross profit e le revenues vanno a farsi fottere.”
9:58 - Sms - Segretaria: “L’avv. sbraiiiiitaaaaaaaa!!!! Ora te lo faccio sentire. Dice quelle parolacce americane che si sentono nei pezzi rap. Ah, alla fine ha preso un Patek Philippe. Questo mese niente bonus.”
9:59 - Messaggio in segreteria - Studio: “.... E che sto qui a pettinare le bambole io?!?! Chi ci pensa alle fucking revenues?! Fuck you, shit!!”
10:05 - Sms - Avvocato: “La prossima volta che c’è un’udienza decido io se ci si va o no.”
(Ottimo, perdersi le udienze è la migliore strategia di customer satisfaction).
10:10 - Sms - Avvocato: “E poi il cliente non è contento se sa che perdiamo tutto questo tempo in Tribunale. E io ci tengo alla customer satisfaction.”
(Oh cacchio, d’ora in poi penserò a bassa voce......)
Seguono quindi un’altra dozzina di sms dello stesso tenore.
Insomma, è evidente che a quel punto il mio ultimo pensiero era il caffè di Trilussa.
Anche se fosse stato il poeta in persona ad offrirmelo, e mi avesse buttato giù due versi in romanesco per riassumere gli sms, avrei declinato l’invito, e chiamato di corsa l’avvocato.
Del resto, ormai il gelato di via Marcantonio Colonna mi era andato di traverso senza neanche averlo mangiato, tanto valeva affrontare il nemico.
“Avvocato” [tono da paraculo] “Mi ha cercato? Ho finito solo ora in udienza. Sto tornando in studio, cosa è successo?”
Avv.: “Finalmente! Ma com’è che le tue udienze sono sempre quelle che durano di più? Non è che dopo te ne vai in giro a rimorchiare avvocatesse?”
Io: “Ma no, appena finisco torno in studio, lo sa.... Ma cosa è successo?”
Avv.: “Ti ricordi il contrattone di joint-venture che abbiamo fatto per la XYZ?”
Io: “Sì, è stato firmato, è tutto chiuso. C’è stato qualche problema?”
Avv.: “Mi serve urgentemente la versione finale, sull’archivio informatico ce ne sono due, e non si capisce quale è quella più recente.”
Io: “Ah, ma lei ha provato ad aprirli un attimo?”
Avv.: “Sono stato impegnato tutta la mattinata, non ho avuto tempo.”
(Impegnato?! Tranquillo, ho già fatto la soffiata a uno scippatore. In cambio mi ha promesso che, quando ti fregherà il Patek Philippe, ti mozzerà una mano, anche se non dovessi opporre resistenza.)
Io: “Provi un attimo ad aprirne uno e a vedere l’indicazione in alto a destra.”
(...)
Io: “Qual è l’intestazione?”
Avv.: “Versione 20.6.2011.”
Io: “Ok e l’altro?”
Avv.: “Versione 28.7.2011. Quindi è questa la più recente.”
(Uuuhhh ma che bravo! Come ti senti ad aver imparato la tabellina dell’1? Vuoi che papà ti compri il gelatino? Beh peggio per te, perchè non sto più a via Marcantonio Colonna!)
Io: “Ok, quindi è questa la versione più recente..... Ma... come mai era urgente?”
Avv.: (attimo di tentennamento) “Stamattina mi ricordo che ne avevo bisogno e che andavo di fretta. Un motivo ci sarà stato. Ora me lo sono dimentica, ma non stiamo a sottilizzare. Tutto è bene quel che finisce bene.”
(EH?! E io ho rinunciato a caffè, gelato, mercatino, aperitivo ecc. per niente?!)
Avv.: “Dai su sbrigati, che c’è una novità! Se fai presto ti faccio vedere il nuovo orologio che ho comprato online! Ma fai in fretta, perchè sto andando a fare l’aperitivo a piazza Mazzini!”
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