sabato 27 dicembre 2014

I Praticantini (1)



Ecco cos'avevo scordato... In fondo c’erano solo due appunti nel blocchetto “Ricordati che devi fare queste cose, coglione”: aggiornare le cazzate del blog e risolvere una volta per tutte il contenzioso col provolone ammuffito che spadroneggia nel frigorifero da settimane, e che ormai ha gettato le basi per un ripensamento a 360 gradi del concetto stesso di “puzza di merda”.
Roba che tra un po’ ci sarà una sua foto su Wikipedia, alla voce “Prove scientifiche della non esistenza di Dio”.

Quanto al pezzo di formaggio, era dura.
Gli ho scatenato contro un intero reggimento di arbre magique, ma dopo un po’, di fronte al fetore ancestrale, il commando di alberelli verdi ha disertato in blocco.
Alcuni sono rimasti talmente traumatizzati da finire nella spirale della tossicodipendenza. Solo che al posto dell’eroina si iniettano nelle vene fialette puzzolenti. Un po’ come Christopher Walken nel Cacciatore, che resta a Saigon dopo la fine della guerra e sprofonda nel “giro” delle roulette russe...
In effetti, quel pezzo di formaggio era inquietante, ogni giorno cambiava forma, sembianze, colore e puzza.
Lavoisier c’aveva visto giusto fin dal ‘700 quando realizzò che “nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”. Anche lui doveva essere uno che dimenticava la roba in frigo.
Spesso, poi, nelle metamorfosi del provolone, in superficie appariva una curva, e sembrava quasi che mi facesse un sorriso. Invece era solo un solco scavato da un verme.
Ma io mi illudevo. Certe sere tornavo a casa, aprivo il frigo, e quello era l’unico sorriso che avevo ricevuto durante l’intera giornata... Almeno qualcuno era contento di rivedermi.

Quanto al blog, mi ero detto "Domani scrivo un'altra stronzata" e sono passati 3 anni.
Vabbè, ovviamente in questi 3 anni non è cambiato quasi niente.
Anzi, in realtà qualcosa è cambiato.
Lo studio ha preso due praticanti, "un maschietto e una femminuccia", come li ha presentati il Capo.
Sicuramente si aspettava risate sincere di approvazione, e invece sono seguiti i 30 secondi più lunghi della giornata, fatti di silenzi imbarazzanti, sorrisi forzati e abortiti sul nascere e sguardi bassi (un po’ quando molli una scoreggia nel mezzo di un funerale).

Comunque sia, per tutelare la privacy dei nuovi praticanti, li chiamerò Praticantino e Praticantina.

Ho assistito al colloquio di Praticantina e, avendola conosciuta in seguito, posso ipotizzare che, nella sua mente, le cose siano andate più o meno così.
Dopo due-tre domandine “tecniche”, si passa alla parte “motivazionale”.

Avv: "Perchè vuole venire a lavorare proprio qui da noi?".
Praticantina: (Perchè gli ultimi 10 avvocati con cui ho fatto un colloquio stanno ancora ridendo per le cazzate giuridiche che ho detto. Uno addirittura se n’è segnate un paio e mi ha chiesto la liberatoria, le utilizzerà in uno spettacolo di cabaret sugli avvocati.
Ah, sono le stesse cazzate che ho detto a te, ma tu mi sembri troppo coglione per accorgertene)
"Perchè la mia aspirazione professionale è formarmi in uno studio legale «boutique» come il suo, una sorta di «laboratorio artigianale del diritto»".

Avv (ringalluzzito come quando una escort ti dice che, come l’hai fatta godere tu, non c’era riuscito nessuno): “Mi ha tolto le parole di bocca! Qui non facciamo cause e basta; noi condividiamo sogni, speranze, lacrime, sangue e sudore coi clienti. Qui non scriviamo contratti tutti uguali; noi cuciamo «abiti sartoriali» addosso ai clienti.
Lei pensa di essere in grado di rendere un servizio artigianale di alta qualità, piegandosi con estrema flessibilità alle esigenze dei clienti?”.
Praticantina: (Tutti che continuano a chiedermi di “piegarmi” per fare “servizi”... La mia fama mi ha preceduta?)
 Ma certo!” (se vuole, inizio a piegarmi già adesso).

Avv: "Lei è disposta a rinunciare alla sua vita privata, ai suoi hobbies?".
Praticantina: (Ai miei 7 gatti ci pensa mia madre. Ora che non sto più a casa tutto il giorno, senza cercarmi un lavoro, lamentandomi con lei del fatto che non ho un lavoro, mi ha promesso che smetterà di bere. E la collezione di bambole di pezza cucite a mano, e vestite con abiti dell’era vittoriana, a pensarci bene sopravviverà anche senza di me. Anzi, finalmente la sera avrò qualcosa di interessante da raccontare loro, ultimamente le vedevo un po’ annoiate)
"Assolutamente! Io ormai penso soltanto alla pratica forense. Dal parrucchiere non leggo più Novella 2000, ma solo Top Legal".

Avv: "Che mi dice della gestione dello stress?".
Praticantina: (Stress? Prozac, Xanax, Prozac, Xanax, ..... Zitta cretina, vuoi farti sgamare? Oh, non ci posso fare niente, è un riflesso incondizionato quando sento parlare di stress. Cazzo, ma sto parlando da sola con me stessa, ancora una volta? Devo smetterla. Sì, infatti, piantala subito. L’ho appena detto, smettila di riprendermi in continuazione. Zoccola. Troia)
Stress? Non so cosa sia, sul lavoro sono un carrarmato”.

Avv: “Lei è più brava nel problem solving o nel problem preventing?”.
Praticantina: (A dire il vero la mia specialità è il “problem hiding”: quando c’è un problema lo nascondo come la polvere sotto il tappeto. Tanto in uno studio legale posso durare talmente poco che, quando scopriranno la boiata, io sarò già andata via da un pezzo. Cazzo, sono un genio.
E comunque, a dire il vero, ultimamente i problemi mi piovono addosso come grandinate. Non so se è colpa di Venere che si è messa di traverso, come dice l’oroscopo di Branko, o se devo dare ascolto alla cartomante sotto casa e “smettere di interiorizzare le negatività delle persone cattive che mi circondano”. Forse ha ragione la cartomante. E lei è sicuramente una in gamba: può permettersi di chiedere 50 Euro a seduta)
"Problemi? Quelli li elimino senza pietà, come uno spermicida fa strage di spermatozoi".
(Ma non potevi trovare una metafora meno imbarazzante? Scusa, è la prima che mi è venuta in mente, non so perché. Lo so io, ovvio, è perché sei una zoccola. E tu sei una puttana. Oddio, sto male, mi serve lo Xanax! Crepa, idiota)

Avv: "Lei è ancora giovane. Oggi, dal mio punto di vista, se una donna vuole fare l’avvocato deve rinunciare, per un bel po’, anche alla maternità. Non è che tra qualche mese m’inizia a scodellare bambini sul Commentario al Codice Civile?”.
Praticantina: (E chi si ricorda come si fanno, i figli. E poi se mi presentassi a casa con un bambino, i gatti impazzirebbero di gelosia... Salterebbero nella culla e gli mangerebbero la faccia. E dopo toccherebbe a me... No, non è cosa)
Niente bambini in vista. Di questi tempi, un’avvocatessa è geneticamente incompatibile con pannolini e favolette: i primi rischiano di sporcare il tailleur prima di un’udienza, e le seconde, beh, al massimo le raccontiamo ai clienti quando va male una causa”.
Segue fragorosa risata di entrambi, ormai complici. Come due vecchi amici, navigati puttanieri, che ogni anno fanno una rimpatriata per rievocare i vari culi profanati ai tempo d’oro.
Praticantina: “Fossi stata io la protagonista de «La scelta di Sophie», avrei dato via entrambi i miei figli, se il giorno dopo mi scadeva un atto”.
Ghigno sinistro e occhiolino di approvazione da parte del Capo.

Avv.: “Lei è sposata? Fidanzata? Non è per farmi gli affari suoi, sa, è per una questione puramente organizzativa. Non vorrei sentirmi dire che non può lavorare a Capodanno perchè il suo fidanzato ha prenotato un weekend romantico a Cortina”.
Praticantina: (Non c'è pericolo. Il weekend più romantico col mio ex è stato sulla spiaggia pubblica di Ostia.
L’alloggio? Mi aveva promesso "una sistemazione calda e informale, un ambiente familiare, un posto in cui proverai la sensazione di essere già stata". Abbiamo dormito nella sua Fiat Duna del 1991, comprata di seconda mano, e quasi certamente usata da qualcuno per una rapina in banca.
Aveva uno sportello di un colore diverso dal resto della carrozzeria, ingranare la retromarcia era una scommessa (entrava solo se non faceva troppo umido), e un finestrino spaccato era tenuto su con lo scotch, come le finestre delle villette americane che si preparano ad affrontare un tornado. Ma aveva i sedili reclinabili: “Vedi, piccola? Quest’auto sarà il nostro Cupido”.
Mi ero illusa che la serata potesse prendere una piega romantica quando mi ha detto "Ho qualcosa di dolce per te, non vedo l’ora che l’assaggi". Pensavo a dei cioccolatini a forma di cuoricini, e invece ha tirato fuori dei preservativi aromatizzati alla frutta.
Dopo un po’ ho scoperto che quella Fiat Duna era molto... “frequentata”. Anche da mia cugina. Soprattutto da mia cugina. Del resto, dovevo aspettarmelo, è sempre stata in competizione con me. In famiglia io ero la “laureata”, ma lei sottolineava sempre di essere l’unica “maggiorata”.
In ogni caso, io e il mio ex prima o poi ci sposeremo. Me l'ha detto la cartomante, per di più dopo una seduta particolarmente impegnativa. Ho anche pagato 100 Euro, la tariffa per la formula “responso garantito al 100%”, quindi non può essersi sbagliata.
E poi mi ama ancora. Sì vabbè lui non lo sa, ma per il momento lo considero un dettaglio irrilevante.
E un giorno sarà mio. Supererò tutti gli ostacoli sulla strada del nostro amore: le tette rifatte di mia cugina, le brutte cose che lui mi ha detto l’ultima volta (“Butta il Prozac nel cesso e impiccati”), le denunce per stalking che ha presentato nei miei confronti. Ma è stato lei a manipolarlo. Sì, un giorno lo farò rinsavire. Con le buone o con le cattive. Non posso sbagliare, so come si fa, ho preso appunti da Misery non deve morire)
Sono completamente libera. Ormai sono sposata al Codice civile commentato”.

Avv.: “Perfetto! Lei è dei nostri. Benvenuta a bordo”.
Praticantina: (Evvai! Stasera si festeggia! Croccantini deluxe per i gatti, e un sms anonimo al mio futuro marito: “Indovina chi inizierà la pratica in un prestigioso studio legale, pur senza essersi rifatta le tette (a differenza della propria cugina)?”)