Ecco
cos'avevo scordato... In fondo c’erano solo due appunti nel blocchetto “Ricordati
che devi fare queste cose, coglione”: aggiornare le cazzate del blog e risolvere
una volta per tutte il contenzioso col provolone ammuffito che spadroneggia nel
frigorifero da settimane, e che ormai ha gettato le basi per un ripensamento a
360 gradi del concetto stesso di “puzza di merda”.
Roba
che tra un po’ ci sarà una sua foto su Wikipedia, alla voce “Prove scientifiche
della non esistenza di Dio”.
Quanto
al pezzo di formaggio, era dura.
Gli
ho scatenato contro un intero reggimento di arbre
magique, ma dopo un po’, di fronte al fetore ancestrale, il commando di alberelli verdi ha disertato
in blocco.
Alcuni
sono rimasti talmente traumatizzati da finire nella spirale della
tossicodipendenza. Solo che al posto dell’eroina si iniettano nelle vene fialette
puzzolenti. Un po’ come Christopher Walken nel Cacciatore, che resta a Saigon dopo
la fine della guerra e sprofonda nel “giro” delle roulette russe...
In
effetti, quel pezzo di formaggio era inquietante, ogni giorno cambiava forma,
sembianze, colore e puzza.
Lavoisier
c’aveva visto giusto fin dal ‘700 quando realizzò che “nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”. Anche lui doveva
essere uno che dimenticava la roba in frigo.
Spesso,
poi, nelle metamorfosi del provolone, in superficie appariva una curva, e sembrava
quasi che mi facesse un sorriso. Invece era solo un solco scavato da un verme.
Ma
io mi illudevo. Certe sere tornavo a casa, aprivo il frigo, e quello era
l’unico sorriso che avevo ricevuto durante l’intera giornata... Almeno qualcuno
era contento di rivedermi.
Quanto
al blog, mi ero detto "Domani scrivo
un'altra stronzata" e sono passati 3 anni.
Vabbè,
ovviamente in questi 3 anni non è cambiato quasi niente.
Anzi,
in realtà qualcosa è cambiato.
Lo
studio ha preso due praticanti, "un
maschietto e una femminuccia", come li ha presentati il Capo.
Sicuramente
si aspettava risate sincere di approvazione, e invece sono seguiti i 30 secondi
più lunghi della giornata, fatti di silenzi imbarazzanti, sorrisi forzati e abortiti
sul nascere e sguardi bassi (un po’ quando molli una scoreggia nel mezzo di un
funerale).
Comunque
sia, per tutelare la privacy dei
nuovi praticanti, li chiamerò Praticantino e Praticantina.
Ho
assistito al colloquio di Praticantina e, avendola conosciuta in seguito, posso
ipotizzare che, nella sua mente, le cose siano andate più o meno così.
Dopo
due-tre domandine “tecniche”, si passa alla parte “motivazionale”.
Avv:
"Perchè vuole venire a lavorare
proprio qui da noi?".
Praticantina:
(Perchè gli ultimi 10 avvocati con cui ho fatto un colloquio stanno ancora
ridendo per le cazzate giuridiche che ho detto. Uno addirittura se n’è segnate
un paio e mi ha chiesto la liberatoria, le utilizzerà in uno spettacolo di cabaret sugli avvocati.
Ah,
sono le stesse cazzate che ho detto a te, ma tu mi sembri troppo coglione per
accorgertene)
"Perchè la mia aspirazione professionale è
formarmi in uno studio legale «boutique» come il suo, una sorta di «laboratorio
artigianale del diritto»".
Avv
(ringalluzzito come quando una escort ti dice che, come l’hai fatta godere tu,
non c’era riuscito nessuno): “Mi ha tolto
le parole di bocca! Qui non facciamo cause e basta; noi condividiamo sogni,
speranze, lacrime, sangue e sudore coi clienti. Qui non scriviamo contratti
tutti uguali; noi cuciamo «abiti sartoriali» addosso ai clienti.
Lei pensa di essere in grado
di rendere un servizio artigianale di alta qualità, piegandosi con estrema
flessibilità alle esigenze dei clienti?”.
Praticantina:
(Tutti che continuano a chiedermi di “piegarmi” per fare “servizi”... La mia
fama mi ha preceduta?)
“Ma
certo!” (se vuole, inizio a piegarmi già adesso).
Avv:
"Lei è disposta a rinunciare alla
sua vita privata, ai suoi hobbies?".
Praticantina:
(Ai miei 7 gatti ci pensa mia madre. Ora che non sto più a casa tutto il
giorno, senza cercarmi un lavoro, lamentandomi con lei del fatto che non ho un
lavoro, mi ha promesso che smetterà di bere. E la collezione di bambole di
pezza cucite a mano, e vestite con abiti dell’era vittoriana, a pensarci bene sopravviverà
anche senza di me. Anzi, finalmente la sera avrò qualcosa di interessante da
raccontare loro, ultimamente le vedevo un po’ annoiate)
"Assolutamente! Io ormai penso soltanto alla
pratica forense. Dal parrucchiere non leggo più Novella 2000, ma solo Top Legal".
Avv:
"Che mi dice della gestione dello
stress?".
Praticantina:
(Stress? Prozac, Xanax, Prozac, Xanax, ..... Zitta cretina, vuoi farti sgamare?
Oh, non ci posso fare niente, è un riflesso incondizionato quando sento parlare
di stress. Cazzo, ma sto parlando da sola con me stessa, ancora una volta? Devo
smetterla. Sì, infatti, piantala subito. L’ho appena detto, smettila di
riprendermi in continuazione. Zoccola. Troia)
“Stress? Non so cosa sia, sul lavoro sono un
carrarmato”.
Avv:
“Lei è più brava nel problem solving o
nel problem preventing?”.
Praticantina:
(A dire il vero la mia specialità è il “problem
hiding”: quando c’è un problema lo nascondo come la polvere sotto il
tappeto. Tanto in uno studio legale posso durare talmente poco che, quando
scopriranno la boiata, io sarò già andata via da un pezzo. Cazzo, sono un
genio.
E
comunque, a dire il vero, ultimamente i problemi mi piovono addosso come
grandinate. Non so se è colpa di Venere che si è messa di traverso, come dice
l’oroscopo di Branko, o se devo dare ascolto alla cartomante sotto casa e
“smettere di interiorizzare le negatività delle persone cattive che mi circondano”.
Forse ha ragione la cartomante. E lei è sicuramente una in gamba: può permettersi
di chiedere 50 Euro a seduta)
"Problemi? Quelli li elimino senza pietà,
come uno spermicida fa strage di spermatozoi".
(Ma
non potevi trovare una metafora meno imbarazzante? Scusa, è la prima che mi è venuta
in mente, non so perché. Lo so io, ovvio, è perché sei una zoccola. E tu sei
una puttana. Oddio, sto male, mi serve lo Xanax! Crepa, idiota)
Avv:
"Lei è ancora giovane. Oggi, dal mio
punto di vista, se una donna vuole fare l’avvocato deve rinunciare, per un bel
po’, anche alla maternità. Non è che tra qualche mese m’inizia a scodellare bambini
sul Commentario al Codice Civile?”.
Praticantina:
(E chi si ricorda come si fanno, i figli. E poi se mi presentassi a casa con un
bambino, i gatti impazzirebbero di gelosia... Salterebbero nella culla e gli
mangerebbero la faccia. E dopo toccherebbe a me... No, non è cosa)
“Niente bambini in vista. Di questi tempi, un’avvocatessa
è geneticamente incompatibile con pannolini e favolette: i primi rischiano di
sporcare il tailleur prima di un’udienza, e le seconde, beh, al massimo le
raccontiamo ai clienti quando va male una causa”.
Segue
fragorosa risata di entrambi, ormai complici. Come due vecchi amici, navigati
puttanieri, che ogni anno fanno una rimpatriata per rievocare i vari culi
profanati ai tempo d’oro.
Praticantina:
“Fossi stata io la protagonista de «La
scelta di Sophie», avrei dato via entrambi i miei figli, se il giorno dopo mi
scadeva un atto”.
Ghigno
sinistro e occhiolino di approvazione da parte del Capo.
Avv.:
“Lei è sposata? Fidanzata? Non è per
farmi gli affari suoi, sa, è per una questione puramente organizzativa. Non
vorrei sentirmi dire che non può lavorare a Capodanno perchè il suo fidanzato
ha prenotato un weekend romantico a Cortina”.
Praticantina:
(Non c'è pericolo. Il weekend più romantico col mio ex è stato sulla spiaggia
pubblica di Ostia.
L’alloggio?
Mi aveva promesso "una sistemazione calda e informale, un ambiente familiare, un posto in
cui proverai la sensazione di essere già stata". Abbiamo dormito nella
sua Fiat Duna del 1991, comprata di seconda mano, e quasi certamente usata da
qualcuno per una rapina in banca.
Aveva uno sportello di un colore diverso dal
resto della carrozzeria, ingranare la retromarcia era una scommessa (entrava solo
se non faceva troppo umido), e un finestrino spaccato era tenuto su con lo
scotch, come le finestre delle villette americane che si preparano ad affrontare
un tornado. Ma aveva i sedili reclinabili: “Vedi,
piccola? Quest’auto sarà il nostro Cupido”.
Mi
ero illusa che la serata potesse prendere una piega romantica quando mi ha
detto "Ho qualcosa di dolce per te,
non vedo l’ora che l’assaggi". Pensavo a dei cioccolatini a forma di
cuoricini, e invece ha tirato fuori dei preservativi aromatizzati alla frutta.
Dopo
un po’ ho scoperto che quella Fiat Duna era molto... “frequentata”. Anche da mia
cugina. Soprattutto da mia cugina. Del
resto, dovevo aspettarmelo, è sempre stata in competizione con me. In famiglia
io ero la “laureata”, ma lei sottolineava sempre di essere l’unica “maggiorata”.
In
ogni caso, io e il mio ex prima o poi ci sposeremo. Me l'ha detto la
cartomante, per di più dopo una seduta particolarmente impegnativa. Ho anche
pagato 100 Euro, la tariffa per la formula “responso garantito al 100%”, quindi
non può essersi sbagliata.
E
poi mi ama ancora. Sì vabbè lui non lo sa, ma per il momento lo considero un
dettaglio irrilevante.
E
un giorno sarà mio. Supererò tutti gli ostacoli sulla strada del nostro amore:
le tette rifatte di mia cugina, le brutte cose che lui mi ha detto l’ultima
volta (“Butta il Prozac nel cesso e
impiccati”), le denunce per stalking
che ha presentato nei miei confronti. Ma è stato lei a manipolarlo. Sì, un giorno
lo farò rinsavire. Con le buone o con le cattive. Non posso sbagliare, so come
si fa, ho preso appunti da Misery non
deve morire)
“Sono completamente libera. Ormai sono
sposata al Codice civile commentato”.
Avv.:
“Perfetto! Lei è dei nostri. Benvenuta a
bordo”.
Praticantina:
(Evvai! Stasera si festeggia! Croccantini deluxe
per i gatti, e un sms anonimo al mio futuro marito: “Indovina chi inizierà la pratica in un prestigioso studio legale, pur
senza essersi rifatta le tette (a differenza della propria cugina)?”)